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L’inquinamento digitale e impatto ambientale

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Inviare una e-mail, vedere un film in streaming, guardare il feed di Instagram, lanciare un tweet, guardare video su YouTube sono azioni che sono entrate nella nostra quotidianità. È da un paio di anni che si pone l’accento sull’impatto dei nostri comportamenti sull’ambiente: si parla di mobilità sostenibile, fast fashion, ma sono ancora in pochi che mediaticamente parlano dell’inquinamento digitale. Si fa fatica a crederlo, ma inviare e-mail, stare su Facebook e su Netflix inquina, e nemmeno poco. Il web non è una magia che nasce dal nulla: servono cavi, data center, router, energia elettrica per garantire tutti i servizi di cui oggi non possiamo fare a meno.

Ti diamo un po’ di numeri per comprendere meglio quello di cui stiamo parlando:

  • Tutto quello che ruota attorno al digitale causa il 3,7% dei gas serra;
  • Una e-mail consuma 4 grammi di anidride carbonica, ma dobbiamo sommare tutte le mail che si scambiano ogni giorno, più le newsletter e arriviamo a circa 300 miliardi di e-mail giornaliere;
  • Una e-mail con allegato pesa fino a 50 grammi di anidride carbonica. Chi ha l’abitudine di inviare tante e-mail può arrivare a raggiungere 1,6 kg di anidride carbonica;
  • Si fanno circa 3,5 miliardi di ricerche Google ogni giorno e altre attività basilari per un totale di 80 kg di gas serra ogni anno;
  • Una videoconferenza lunga un paio di ore può pesare fino a 215 kg di anidride carbonica;
  • I video in streaming generano ben 300 milioni di tonnellate di gas serra ogni anno;
  • Lo streaming musicale è responsabile, solo negli USA, di ben 300 mila tonnellate di anidride carbonica.

Alla luce di questi dati, molti penseranno che abbiamo fatto di tutto per diminuire l’utilizzo dell’auto, per sviluppare auto elettriche, facciamo la raccolta differenziata, prendiamo le borracce dell’acqua per diminuire l’utilizzo della plastica e adesso anche il digitale è nocivo per il nostro ambiente. La verità sta sempre nel mezzo: un uso ragionato delle risorse ci permette di salvaguardare l’ambiente senza abusare troppo delle risorse che abbiamo a disposizione.

Un comportamento responsabile può fare sempre la differenza nel mondo. Più gesti sani compiamo per il pianeta, meglio è per il nostro futuro. Le previsioni non sono affatto incoraggianti: per il 2025 si stima che il comparto ICT consumerà il 20% dell’energia e immetterà nell’atmosfera più del 5% delle emissioni globali rispetto a oggi.

Data center e impatto ambientale

Uno dei problemi più grossi riguarda i data center, ovvero i luoghi virtuali in cui vengono conservati e elaborati i dati. I grandi big mondiali conoscono bene il problema dell’inquinamento digitale, proprio per questo motivo si sono uniti in una coalizione: la European Green Digital Coalition,  un gruppo di aziende impegnate a sostenere la Green and Digital Transformation dell’Unione Europea. Sono 26 gli amministratori delegati di aziende ICT che si stanno impegnando a diminuire l’inquinamento digitale in modo concreto: c’è Microsoft, Aruba, Nokia, Siemens, IBM, Eriksson, Accenture, Vodafone e tanti altri big del mondo digitale. Una delle sfide principali è stata la creazione di sistemi di approvvigionamento efficienti e green. Il costo dell’energia pulita era molto alto fino a pochi anni fa e non garantivano una qualità energetica che garantisse una stabilità nei data center.

Nel digitale non ci si può permettere instabilità e discontinuità, ecco perché la svolta green è stata faticosa da raggiungere  dai top player. Aruba, dopo anni di ricerca, è riuscita a realizzare la propria centrale idroelettrica e a raggiungere da sola la propria efficienza energetica. Noi di crm4 siamo molto entusiasti di utilizzare i server ospitati da Aruba perché vogliamo cercare di dare il nostro contributo in questa missione. Anche i fornitori, infatti, devono abbracciare i valori della sostenibilità. Apple, ad esempio, sta andando nella direzione della carbon neutrality scegliendo 175 fornitori, tra i quali i venditori di chip, che si stanno orientando verso comportamenti green.

Cosa possiamo fare per utilizzare il digitale in modo più sostenibile?

Anche noi possiamo fare la nostra parte con comportamenti più consapevoli.

Ecco una lista di cose che possiamo fare concretamente per diminuire l’inquinamento:

  • Un’azienda può acquistare device ricondizionati. Questo comportamento è valido anche per i singoli, ma sappiamo bene che per arredare un ufficio ci vogliono tanti dispositivi elettronici. Per costruire gli smartphone e altri oggetti tecnologici si usano metalli e minerali che è difficile reperire e che sono in esaurimento, oltre che estratti sfruttando esseri umani;
  • Disiscriversi da tutte le newsletter che non leggiamo e non ci servono più;
  • Comprimere gli allegati inviati via e-mail;
  • Non utilizzare le e-mail come se fosse una conversazione via sms. Inviare e-mail utili e necessarie, per tutto il resto esiste la comunicazione telefonica;
  • Archiviare solo quello che è necessario nei servizi cloud;
  • Ascoltare musica in streaming offline;
  • Spegnere la videocamera se non si utilizza;
  • Disattivare il GPS, il Bluetooth e tutto ciò che non serve;
  • Cercare di non cambiare smartphone ogni anno, ma aspettare almeno tre anni;
  • Spegnere le ciabatte quando non servono i dispositivi;
  • Elimina file e app non utilizzati.

Piccoli gesti che, se compiuti oggi giorno, diventeranno una routine che non peserà più. Ogni piccolo passo può fare la differenza!

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